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Rughe, scoperto qual è il microrganismo responsabile | Rivoluzione nel mondo della cosmesi: si potrà avere una pelle più giovane

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Un nuovo studio è riuscito a isolare il microrganismo complice dell’invecchiamento cutaneo e delle relative rughe, arrivano grandi passi avanti nella cosmesi anti-age

Il problema dell’invecchiamento sembra essere il peso insormontabile della vita umana, soprattutto nella società di oggi, dove per mostrarti al mondo bisogna essere perfetti e desiderabili. Se l’invecchiare nelle culture più antiche era sinonimo di saggezza, nella società di oggi, l’anziano viene relegato ai margini della società: non sa utilizzare le nuove tecnologie, non è forza lavoro e ha bisogno di soldi per sopravvivere senza produrre, in più ha un corpo che tende a incrinarsi sempre di più.

Tutto questo è ovviamente controproducente per il mondo in cui viviamo oggi. Per ovviare al problema, la ricerca scientifica e la cosmesi fanno di tutto per riuscire a lottare contro l’invecchiamento, allungare la vita e soprattutto migliorarne anche la qualità. Il fattore estetico a volte incide di più e per questo le persone sono predisposte anche a pagare enormi cifre per cosmetici e interventi capaci di rallentare l’invecchiamento cutaneo.

Il nuovo studio sulle rughe segna un principio di futuro nelle routine anti-age della cosmesi: a breve i nuovi prodotti innovativi

Per quanto il fenomeno sia sconfortante, purtroppo è questa la direzione che si sta prendendo. Un nuovo studio ha dimostrato che le rughe siano create da un microrganismo, finalmente isolato, per la prima volta. Un importante passo avanti per la scienza, attraverso il quale si potrà subito agire attraverso la cosmesi: i nuovi studi dovranno essere spinti in questo senso, cercando di individuare qualche elemento o formula in grado di interferire con il microrganismo.

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Alcuni microbi che abitano normalmente sulla nostra pelle potrebbero infatti essere i responsabili delle tanto detestate rughe a zampe di gallina: risultano associati ad alcuni segni di invecchiamento della pelle che non sono correlati semplicemente all’età cronologica. La scoperta arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging, effettuato dall’Università della California a San Diego in collaborazione con l’azienda francese L’Oréal.

Studi precedenti hanno dimostrato che i tipi di microbi sulla nostra pelle cambiano con l’età. Ma questi cambiamenti non avvengono per tutti allo stesso modo. “Utilizzando metodi statistici avanzati – hanno spiegato i ricercatori – siamo stati in grado di distinguere i microbi associati a questi tipi di segni dell’invecchiamento della pelle da quelli associati semplicemente all’età cronologica”. Attraverso queste evidenze sarà possibile lavorare su cosmetici all’avanguardia, più mirati, che andranno a personalizzare sempre di più le routine anti-age.